Lunedi’ 24 novembre Ore 17
Biblioteca Scuola media D. Purificato Via Drago
Non solo in Italia, ma in tutto
il mondo, quanti lasciano il loro paese per cercare condizioni di vita più dignitose
in regioni più privilegiate costituiscono un problema per il paese “ospitante”.
Si è disposti ad aprire uno
spiraglio di accoglienza solidale nei confronti degli emigranti “ricchi”, con
esperienze pregresse di lavoro qualificato, in grado di praticare le
professioni altrimenti abbandonate perché ritenute faticose o poco remunerative.
Ma quando arrivano persone che hanno perso tutto, povere, poco qualificate, i
comportamenti e le reazioni personali e sociali assumono un tono ben diverso.
Sembra che non ci si renda conto di
come, nel nostro tipo di società globale, dove i paesi più poveri, o comunque
già sottoposti a sfruttamento, sono scenario di guerre e carestie e dove la
stessa indigenza è spesso causa di lotte tribali e di sanguinose guerre di
religione, il flusso dei migranti sia praticamente inarrestabile. E mentre la
coscienza di molti si ribella all’idea di non poter essere solidali con altri
appartenenti al genere umano, le nostre società si organizzano nell’intento di
trarre profitto anche dalla situazione di disagio altrui, sia appaltando i
servizi necessari all’accoglienza, sia utilizzando i profughi come forza lavoro
a basso costo, sia lasciandoli in balia della criminalità, sia addirittura
organizzando i viaggi di arrivo a pagamento.
Naturalmente le situazioni sono
più o meno pesanti e diverse da paese a paese. Ma che questa sia la tendenza
generale è documentato anche dagli innumerevoli filmati televisivi sulla
immigrazione dal Messico negli Stati Uniti, così come sui Biduon che, nel
Kuwait, costituiscono un problema tuttora irrisolto… E noi di Lampedusa sentiamo
parlare quasi ogni giorno.
Non mancano situazioni meno note,
in paesi che generalmente noi pensiamo essere ancora terra di emigrazione
“aperta” come l’Australia. E di questo ci parlerà un “australiano” di passaggio
in Italia, Alex Mattea, antropologo e medico, disponibile a raccontarci e a
condividere un’esperienza umana maturata sul campo nell’incontro che proponiamo
a tutti per il prossimo lunedì 24.
Chi verrà, scoprirà anche il perché
delle foto di Christmas’ Island, diventata famosa per la migrazione periodica
dei granchi che la popolano… e non solo!.